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      Il Parini avrebbe voluto rialzarlo, ma non riuscķ. Né pur l'ombra qui del rapimento estatico e della malinconia potente del gran poeta Virgilio, né della finitezza e determinatezza ne' particolari del paesaggio del grande artista Orazio, né il sentimento religioso della campagna del grande elegiaco Tibullo. Ci sono invece la filosofia, la filantropia, la georgofilia: tutte astrazioni rispettabili, qualcosa di meglio, se volete, delle vanitą d'Arcadia; ma non ancora la poesia.
     
      La contenenza dell'ode č questa. - (str. 1a) Il poeta non vuol sapere d'avarizia o d'ambizione, tanto si vive cosķ poco! - (str. 2a) Meglio godersi la libertą in campagna. - (str. 3a) Non invidia i ricchi, condannati a viver sempre in sospetto. - (str. 4a) Si contenta di morir povero, ma libero e onesto. - (str. 5a) Dunque se ne torna ai colli che circondano il suo lago di Pusiano. - (str. 6a) Ivi troverą la quiete, la quiete che i monarchi non hanno e che (str. 7a) devono invidiare a lui, tranquillo poeta tra i contadini di Brianza. - (str. 8a) Ivi egli pregherą Dio che tenga lontana la guerra; (str. 9a-10a) immortalerą in versi l'agricoltore che sappia uscire dalla carreggiata del cosķ faceva mio padre; e (str. 11a) morirą quieto e compianto come quell'agricoltore.
      Contenenza onesta ma povera, e tutt'altro che nuova.
     
      L'entrata č viva: della troppo nota figura di Caronte č ritoccato con qualche virtś plastica l'atteggiamento,
     
      E gią per me si piegaSul remo il nocchier brun:
     
      č rinnovato bene, perché applicato meglio che nel caso del passero di Lesbia, il catulliano per iter tenebricosum Illuc unde negant redire quemquam,


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Conversazioni critiche
di Giosuč Carducci
Sommaruga Roma
1884 pagine 237

   





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