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      Dal bel rapirmi sentoChe natura vi dič.
     
      E dire che il piú della lingua poetica degli ultimi centosettant'anni, della lingua, dico, di quelle poesie che il volgo dilettante capisce súbito e ammira di schianto, appunto perché non sono poesia, č cosí!
     
      Ed esule contentoA voi rivolgo il pič:
     
      ecco un altro fiorellino di quel pattume, volevo dire di quella lingua poetica. Volgere i passi dissero Dante, il Boccaccio e l'Ariosto; anche volgere il piede disse Dante, ma da man destra a sinistra. Volgere il piede, senz'altro, lo fa dire il Fagiuoli in una commedia a uno di que' suoi personaggi civili che parlano tanto male a punto perché egli vuole che parlino bene: Non so da questa contrada volgere il piede31. Ma rivolgere il piede come l'usa il Parini per avviarsi, oltre che ampolloso, č anchesí improprio. - Č piú nobile di quel prosaico avviar - Oh nobiltŕ dell'imaginarsi le punte delle scarpe del Parini sollevate e in moto verso la Brianza! E se andava, come si puň tenere per certo, in calesse o in carrozza?
      Nella quinta strofe la quiete č cantata piú che sentita. E i versi
     
      .......... in senoDe le vostr'ombre apprestami
      Caro albergo sereno
     
      avran dato a qualche arcade il mal di mare con quel loro fiotteggiare di suoni cupi, rotti, rugginosi: ma niun arcade certo avrebbe saputo verseggiare con tanta varia gravitŕ di accenti e di spezzature armoniche e concettose la rimembranza oraziana degli ultimi quattro:
     
      E le cure e gli affanniQuindi lunge volar
      Scorgo, e gire i tiranniSuperbi ad agitar.
     
      Del resto, il tomo delle Rime degli Arcadi che séguita a quello ove fu pubblicata l'ode del Parini porta d'un altro Decilio License, cioč Girolamo Pompei, traduttore di Plutarco e di Teocrito, una canzone, anch'essa su La vita rustica: eccone qui una stanza e mezzo, forse il meglio: raffronti chi vuole e come vuole.


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Conversazioni critiche
di Giosuč Carducci
Sommaruga Roma
1884 pagine 237

   





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