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      Una sola cittą, racconta il Bettinelli, delle men popolate, Ravenna, ebbe una raccolta pubblicata del 1739 con rime di centotrentasei poeti suoi. E a mettere insieme tutte le raccolte stampate per quei cento anni in Imola, Faenza, Forlķ, Cesena, Rimini, Ravenna (oltre che in Bologna e Ferrara), ci sarebbe da trovarsi a dosso una biblioteca altro che ordinaria. In quel secolo i romagnoli correvano a far rime come oggi a far comizi.
     
      La satira del Bettinelli valse non a scemare in Italia il numero delle raccolte, ma a cambiarne un poco le intitolazioni, il metodo, la contenenza, direi quasi la indole.
      Cosģ nel '53 ne uscķ in Ferrara una intitolata Gli augurii delle nove muse per le nozze del marchese Francesco Calcagnini colla marchesa donna Alessandra Scotti. In una lettera preliminare si riprendeva l'indocile stemperato appetito di raccolte; si affermava che i poeti se ne dicono stanchi, stanchi fino allo stomaco i lettori; con tutto ciņ si trovava ottimo il pensamento di far raccolte di autori eletti, di argomenti obbligati e di stabilita maniera di versi. Alla lettera seguono gli augurii delle fatidiche sorelle: fra le altre, Talia, nella persona del conte Camillo Zampieri, autore d'un poema su Tobia, d'una infinitą di sonetti frugoniani e di catulliani endecasillabi, augura agli sposi copia di beni e buona economia: Euterpe, per bocca dell'ab. Girolamo Ferri, latinista, quel tanto di sapere che puņ loro convenire, con molte raccomandazioni d'avere nella debita stima gli uomini dotti ecc. ecc.


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Conversazioni critiche
di Giosuč Carducci
Sommaruga Roma
1884 pagine 237

   





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