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      Bella č in chiuso soggiornoVergin pudica anch'ella;
      Tutto le ride intorno,
      Tutto la fa piś bellaNe la sua fresca etą:
      Ma, se Imeneo con prestaMan non ne unisce il core,
      Oltre che inutil resta,
      Illanguidisce il fioreDi sua gentil beltą90.
     
      Migliori sarebbero quelle che seguono discorrendo i civili effetti del matrimonio, se troppo non sottostessero al paragone col carme catulliano dal quale derivano.
      Con piś novitą il Paradisi introdusse Urania a cantare Imeneo principio della societą umana:
     
      Ruotino gli astri, il soleDispensi il giorno da l'eterna sfera.
      Rinovelli sua proleOgni germe di fiori in primavera,
      Rompa fulmineo teloIl ciel di nubi carco,
      Su 'l tranquillato cieloIri dipinga l'arco;
     
      L'uomo ognor di naturaFia la maggior, la piś ammirabil opra,
      L'uom fia la miglior curaDel mio pensier che in meditar s'adopra,
      L'uom che ne' sensi fraliSimile ai bruti ha vita,
      L'uom che i numi immortaliPer la ragione imita.
     
      Io lui nel mondo antico
      (Memoria orrenda) gią selvaggio vidi.
      Ora il deserto apricoOr le selve assordar d'incólti gridi,
      Ora i destrieri al corsoVincer co i pič non pigri,
      Or con l'ugne e co 'l morsoSfidar lioni e tigri.
     
      A i natii boschi toltoNecessitate entro i tuguri il chiuse,
      Poi crebbe in popol foltoE bisogni e voleri insiem confuse.
      Allor le ghiande e l'erbeFūr mensa de le fere,
      Allor cittą superbeErser le torri altere.
     
      Conobbe ognun suo gregge,
      Pose ciascun suoi limiti al terreno;
      Sentķ de l'util leggeLa indomita licenza il primo freno.
      La nuzļal facellaPiacque a l'amante ardito,
      E rise la donzella


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Conversazioni critiche
di Giosuč Carducci
Sommaruga Roma
1884 pagine 237

   





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