Pagina (198/237)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      La prima lezione della quinta offre un Riaprire i rai lucenti e un restar pochi momenti, dei quali non mette conto né anche dir male.
     
      A ogni modo, questa prima parte dell'ode č delle migliori rappresentazioni plastiche dal vero che sia dato ammirare nella lirica pariniana e in generale nella lirica del secolo passato. Ma vien pur fatto di domandarci: una cosķ viva e commossa descrizione delle gioie matrimoniali sta ella bene in bocca di un prete, che pur dicea messa, almeno quando n'avea bisogno?
      Il Frugoni certa volta, dopo descritti con tante mitologie e sudicerie metaforiche tanti talami, scappņ a fare l'ipocrita:
     
      Perché di nozze pingermiLieta pompa festevole?
      Non sai che vita celibeTrarre promisi al ciel?
     
      Tu schifosetta e rigidaMa desiosa vergine
      Mi fai veder, che vasseneSposa a garzon fedel.
     
      Sguardi furtivi e cupidiE sospir caldi narrimi,
      Ch'esser potrebbon manticeAl sopito desir.
     
      Abbiansi moglie e talamoQue' ch'altra vita seguono;
      Io di cose a me indebiteNon vo' novella udir101.
     
      Il Parini almeno, in quel vagheggiamento del matrimonio dal suo stato di celibatario obbligato, č piś sincero e meno impuro. Peggio, per la morale, da vecchio e a letto, misurava e palpeggiava col classico verso le rotonditą e le morbidezze delle carni della procuratessa Tron e della contessina di Castelbarco. Ma il Giusti ebbe scrupolo ad accogliere nella sua scelta pariniana Le nozze; e certa gente a ogni passo rinfaccia a questo e quello la puritą e la severitą dell'arte pariniana. O inchiostranti italiani, se non vi scusasse l'ignoranza, sareste pure di gran begli impostori!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Conversazioni critiche
di Giosuč Carducci
Sommaruga Roma
1884 pagine 237

   





Riaprire Frugoni Parini Tron Castelbarco Giusti