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      Leo Benvenuti, nel Mercurio d'Italia e nell'Anno poetico di Venezia del 1796 e 97, e in pochi fascicoli stampati in quegli anni o di poi per occasioni: documenti tutti che il Chiarini con ogni diligenza raccolse, raffrontň, esaminň o anche riprodusse nel volume108.
      Il Foscolo dunque fu verseggiatore precoce. Tradusse molto: tutto Anacreonte, due odi di Saffo, un'ode di Pindaro, e pezzi di Teocrito, e da Orazio parecchie odi, ed elegie di Catullo e di Tibullo e Properzio; di latini moderni, dal Pontano; di stranieri, il libro terzo del Paradiso perduto, e idilli di Gessner, e canzonette inglesi, francesi, tedesche, tutto dal francese; fino una canzoncina di Thesdeher (?) anacreontico turco, del quale piú altre poesie affermava conoscere voltate in greco volgare. Tredici anni dopo, da Pavia, professore, scriveva: «Si canta canzoni greche, in canto fermo, a modo degli Albanesi, e ieri quelle arie, tra il barbaro e il passionato, esilararono la penosa anima mia109.» Forse il zacintio aveva dai primi anni ritenuto nella memoria di que' distici cosí amorosamente greci cantati ancora per le isole Jonie; come, a esempio, questi tre tutti Teocrito:
     
      Quando il gelsomino fiorisce, le sue ciocche se ne ornano;
      E quando la giovinetta s'abbiglia, i giovani escono di sé.
     
      Papavero folto, folto, gentile,
      Prestami i fior tuoi e'l tuo rossore,
      Ch 'i' mi vesta, m'abbigli, nel lido scendaE strugga d'amore.
     
      Stilla il tuo tetto a correnti a correnti amarezza,
      E io assetato la beo per il dolce amor tuo110.
     
      Altrettanta, se non larghezza, varietŕ o divagazione di contatti, e, se mi111 sia permessa l'espressione, d'attingiture e intingiture, č attestata anche dal piano di studi, ove si abbracciano o fanno alle braccia i nomi di Omero e d'Ossian, del Tasso e di Milton, di Sofocle e di Shakespeare, dell'Ariosto e di Rousseau, di Swift e di Cervantes, di Teocrito e di Gessner, delle Georgiche e de' Piaceri dell'immaginazione, di Saffo e delle lettere d'Eloisa imitate da Pope, d'Orazio del Guidi e di Gray, del Frugoni e di Haller, del Savioli e di Whaller, di Richardson, di Arnaud e di Goethe.


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Conversazioni critiche
di Giosuč Carducci
Sommaruga Roma
1884 pagine 237

   





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