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      La critica non va considerata come una nuova arte sofistica, dalla quale né scrittore né lettore cerchino piú il vero, ma quegli cerchi un pretesto e questi un divertimento, pretesto di sfoggiare l'ingegno a carico de' grandi autori e delle grandi opere, divertimento di vedere le scimmie caracollare su' dorsi degli elefanti.
     
      II
     
      La favola pastorale, o piú largamente boschereccia e campestre, segna l'ultimo sforzo dell'artistica vitalitŕ e il grado supremo della composizione formale a cui pervenne tra noi nel declinare del secolo decimosesto la poesia bucolica degli antichi, serbataci dal medioevo e poi rinnovata nella letteratura del Rinascimento. Dall'idillio e dall'ecloga ella prese la scena i personaggi il costume, dal dramma pur antico le forme all'atteggiamento delle passioni e allo svolgimento dell'azione, nell'azione e nell'espressione tenendo a mescolare temperatamente il patetico ed il giocondo: fu tragicommedia, nuovo genere misto, ma nobile, e, pur fuori dalle regole degli aristotelici, regolare. Rappresentata, in principio, per feste o per nozze di signori agli Estensi, ai Della Rovere, ai Gonzaga, ai Medici, ai Savoia, nei nobili palazzi, nelle ville e nelle reggie; tra splendore e fasto di apparecchi ove l'architettura la pittura la scultura sfoggiavano nella raffigurazione della scena e nelle macchine degl'intermezzi, e i primi ingenui vezzi della musica adolescente carezzavano le morbidezze passionate d'una poesia sapientissima; tra uditorii di belle dame e pompose, pronte a citare de' sonetti del Petrarca e delle ottave dell'Ariosto e farne, all'occasione, del proprio, di cavalieri pronti a trattare la spada come a discutere controversie peripatetiche, di poeti che anche potevano leggere filosofia e matematiche al pubblico studio e di filosofi eleganti ne' madrigali; la favola pastorale cominciava facendo sembiante di contrapporre a tanta lussuria d'arte d'ingegno e di coltura una sua vista di mondissima rusticitŕ con quasi un senso di attraente freschezza.


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Su l'Aminta di Torquato Tasso
Saggi tre
di Giosuč Carducci
Sansoni Firenze
1896 pagine 129

   





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