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      Cosķ durezze rivolte in carezze, inimicizie in amicizie, ritrovate le cose o persone care perdute, sono lieti fini. E gli episodi sono le liberazioni e salvazioni da mortiferi animali, da mostri, da satiri: specialmente da satiri. Il satiro č uno degli elementi necessari alla pastorale: amatore e persecutore selvaggio di ninfe, egli rappresenta la rozza sensualitą primitiva di contro alla trasfigurazione dell'amore operata nella vita pastorale dalla poesia e dalla musica.
      Di tutti questi personaggi, come abitanti di selve e campi, il parlare dovrebbe esser semplice se non rustico; ma il fatto č (i critici lo van sempre notando, e non con lode) che quei campagnoli sono troppo fini dicitori, che quei pastori la sgarano ai cortigiani. Se non che quei pastori, l'abbiamo gią detto, sono figli o nipoti di numi, eroi nel senso greco essi stessi, e si atteggiano in conspetto di principi e di principesse, in faccia a uditorii de' piś cólti che siano mai stati al mondo, in una scena che sfugge i confini del reale. Rimettiamoci dunque in tali condizioni e circostanze, e facciamoci cosķ una ragione vera di quella poesia; e tanto piś agevolmente ce la faremo, quanto essa č, quella dico del Tasso e del Guarino, della piś nitida, della piś elegante e squisita che l'Italia abbia mai avuto nell'ordine secondario della sua produzione. La verseggiatura mescola endecasillabi e settenarii, di guisa che il maggior verso corregga il minore con la sua gravitą e grandezza, e questo con la sua agilitą aiuti l'altro a correre e ondeggiare, sķ che riesca un'armonia mezzanamente sostenuta tra commedia e tragedia, che alzi abbassi e varii al bisogno dell'azione e della passione.


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Su l'Aminta di Torquato Tasso
Saggi tre
di Giosuč Carducci
Sansoni Firenze
1896 pagine 129

   





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