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      Mensola che si rimorde del fallo; Giraffone (č gią nel nome l'urto della nuova rusticitą con le leggiadrie mitologiche) che recasi su le spalle il cadavere del figliuolo mortosi per amore; la vecchia ninfa che presenta a' due genitori orbati il fanciullino nato dell'amore punito da Diana, paiono creazioni moderne e sono dell'antica veritą eterna; e l'idealitą mitica pastorale finisce con la realitą sociale politica, che abolisce il rito di Diana, marita le ninfe e fonda la cittą. E il poema liberandosi quasi sśbito dalle fasce dell'idillio distendesi a scendere naturale con una favella e una verseggiatura limpidamente rispecchiante le cose nell'intimo della veritą semplice che non urta né offende. Non mai il Boccaccio fece meglio in versi, e di rado la pastorale italiana fu cosķ poetica.
     
      VI
     
      E poi fu un lungo silenzio alle zampogne ed ecloghe sķ in latino come in toscano; interrotto (chi se lo ricorda o lo ha letto?) sol da Giusto de' Conti. Il quale un bel giorno dimenticņ le tornite imitazioni della Bella Mano, per mettere insieme una strana rima tra ecloga e frottola (La notte torna, e l'aria e il ciel si annera); a dir meglio, compose una vera ecloga, ove entra la frottola con l'elemento suo realistico nella sostanza e polimetro nella forma. Ma solo a mezzo il Quattrocento affermasi che in gara alla bucolica classica meglio e piś generalmente compresa si risvegliasse col desiderio della vita riposata nei campi il sentimento della natura, dando le mosse a una poesia pastorale o campestre che voglia dirsi.


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Su l'Aminta di Torquato Tasso
Saggi tre
di Giosuč Carducci
Sansoni Firenze
1896 pagine 129

   





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