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      Cotesti villani delle ecloghe rusticali che si recitavano in carnevale sono piú villani del vero; e perň in primavera bisogna ricorrere all'Arcadia. Quella dei nomi č giŕ la grande caratteristica. E come il segretario fiorentino dolevasi che di Cesari e Pompei gli uomini fossero diventati Pieri e Mattei, cosí un commentator francese dell'Aminta osservava che la bellissima pastorale sarebbe riuscita poco men che insipida, se in vece di Silvia e di Dafne vi fossero state introdotte Simonetta e Giovanna, e Piero e Matteo e Giovacchino in vece di Aminta, Tirsi e Montano, non essendo tali nomi da figurare nelle poesie vaghe e leggiadre.(32) Se non che quelle nuove ecloghe pastorali, dove occorrono, anche spropositati, i nomi greci, sono pure insipide e stupide! Dello stesso Legacci, di cui recai un esempio d'ecloga rusticale, č un Pulicane, pastorale in ottave (due edizioni dai 1517 al 24), nella quale entra un mostro mezzo uomo e mezzo cane con la favella umana. Anche di lui č il Cicro (quattro edizioni, 1538-1546), pure in ottave, senza partizione d'atti e di scene. Venustio e Astelio pastori, andando a spasso per la bella stagione, incontrano le ninfe cacciatrici. Delle quali Florida li minaccia, partano se non voglion morire per le sue mani: ma presa a un tratto d'amore raggiunge indi a poco Venustio, che si vanta della vittoria con un canzoncino. D'altro senese, Bastiano linaiuolo, č un'ecloga di amicizia in terza rima (tre edizioni 1523-1543), della quale chi non l'ha veduta(33) poté sospettare fosse in mezzo tra l'ecloga e la favola piú sviluppata.


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Su l'Aminta di Torquato Tasso
Saggi tre
di Giosuč Carducci
Sansoni Firenze
1896 pagine 129

   





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