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      Il cortigiano, nel caso che non abbia inteso, o abbassa con un gesto di riconoscenza il capo, o risponde ciò che gli viene in bocca, e, a proposito o no, va sempre bene.
      Le parole poi che il sovrano dice in pubblico a qualcuno debbono esser freddure; ma qualche cosa dee dire; se no l'affare è notato, e tutta la città sa, la mattina seguente, che un tale è mal veduto in corte, poiché il re a cena non gl'indrizzò mai il discorso. Queste bazzecole sono notissime a tutti i sovrani, compongono anzi uno de' più importanti articoli del loro catechismo, poiché con occhi d'Argo fino al più piccolo de' loro gesti è attentamente dagli astanti esaminato; le loro parole poi, per poco che ne siano suscettibili, sono soggette a cento differenti interpretazioni.
      Mi trovai, nell'anno 1750, a Fontanablò nel circolo di quelli che assistevano al pranzo, o (per meglio dire) guardavano la regina di Francia a mangiare. Il silenzio era profondo. La regina, sola alla sua tavola, non guardava che le vivande, che le veniano poste innanzi dalle sue donne, quando, gustando essa di un piatto a segno di volerne la replica, alzò maestosamente lo sguardo, ed accompagnando gli occhi col girar lento del capo, a differenza di certe signore poco accorte del nostro paese, che non girando che i soli occhi sembrano spiritate, scorse in un istante tutto il circolo; poi fermatasi sopra un signore, il più grande di tutti, e quello forse al quale solo era a lei conveniente di fare tanto onore, dissegli in chiara voce: Je crois, monsieur de Lowendal, que rien n'est meilleur d'une fricassée de poulets.


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Il duello
di Giacomo Casanova
pagine 65

   





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