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      In Italia la cosa si fa altrimenti. Chi arriva il primo non se ne va mai più. Ei sa che fa rabbia; ma ha piacere. Uscendo dallo stanzino, il veneziano incontrò dietro una quinta Madama Casassi e si trattenne con essa, facendole complimento sull'applauso che avea riscosso dal monarca e scherzando con lieti motteggi su varie cose. Ma ecco improvvisamente il Postòli, il quale dovea esser uscito dal camerino dove l'avea lasciato nulla per altro che per inseguirlo ed attaccarlo. Se gli piantò d'innanzi, e, guardandolo incivilmente come fanno i sartori da capo a piedi, gli domandò cosa facesse là con quella donna. Il veneziano, che con quel signore non avea mai parlato, non poco sorpreso gli rispose che trattenevasi là con essa per farle complimenti. Il Postòli allora gli domandò se la amava, ed ei gli rispose che sì. L'interrogatore soggiunse che l'amava anch'esso e che non era suo costume il soffrir rivali. Il veneziano gli rispose che di questo suo gusto egli non era informato. Dunque, disse il Postòli, voi dovete cederla a me. Il veneziano, con tuono alquanto scherzoso: benissimo, signore, gli rispose; ad un bel cavaliere come voi non v'è uomo che non debba cedere: io vi cedo dunque questa amabile signora pienamente, e con tutti i diritti che posso aver sopra di lei. Così mi piace, soggiunse il Postòli con faccia brusca, ma un poltrone che cede, quando ha ceduto f..t le camp. Queste parole, che scrissi in francese, perché in francese parlavano, e perché mal si possono tradurre, sono quelle vilissime che per dir va via impiega un uomo altero, superiore ed incivile verso un uomo vilissimo al quale, servendosi di questo stile, non solo vuol dar segno di sommo disprezzo, ma vuol minacciare di subitanea risoluzione a via di fatto, se pronto non ubbidisse.


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Il duello
di Giacomo Casanova
pagine 65

   





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