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      Il veneziano, che per sua mala o buona sorte intendeva il francese, e che fin dalla sua più tenera età si era avvezzato a resistere al primo moto, il quale, veramente indegno dell'uomo che ragiona, il trasforma in bestia, e per il quale io rido che le leggi abbiano stabilito di aver misericordia, seppe moderarsi, frenar la tentazione fortissima che gli venne di uccider sul fatto il brutale ed incamminarsi tosto verso la scaletta, che conduceva giù dalla scena, avendo solamente detto al superbo insultatore, prima di muovere il primo passo per andarsene, guardandolo fisso in faccia e ponendo la sua mano sinistra sulla guardia della sua spada: c'en est trop: - questo è troppo. La disfida non era dubbiosa, poiché poteva essere ancora più laconica: la mano sulla guardia della spada dovea bastare, un movimento, un gesto, un batter d'occhio. Mentre il veneziano con lentissimo passo se ne andava, il Postòli disse ad alta voce, sicché l'intesero anche due ufficiali ch'erano di là poco distanti: Quel poltrone veneziano prende, andandosene, il buon partito; j'allais l'envoyer se faire f....e: - Ero per mandarlo a farsi, etc., alle quali parole l'altro, senza voltarsi, rispose: Un poltron vénitien enverra dans un moment à l'autre monde un brave polonais: - un veneziano vigliacco, da qui a un pochetto, manderà all'altro mondo un valoroso polacco. - Se al termine, benché grossolano, di poltron, egli non avesse accoppiato l'epiteto di veneziano, avrebbe forse l'altro sofferto l'affronto; ma una parola che vilipende la nazione, non v'è, a mio credere, uomo che possa soffrirla.


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Il duello
di Giacomo Casanova
pagine 65

   





Postòli