Pagina (21/65)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - O il Postòli, discorrea il veneziano, accetta la mia sfida, o la rifiuta; se l'accetta, eccomi risarcito, qualunque sia per essere la sorte del duello; se la rifiuta, sono ciò non ostante vendicato, poiché sfidandolo gli dimostro che non lo temo e che chiudo in seno un core intrepido ed un animo che m'induce a non far più caso della propria vita, dopo che fu ottenebrata da un insulto; e con tal passo lo sforzo a stimarmi ed a pentirsi di aver oltraggiato un uomo ch'egli non può più spacciare per vile, perché il vede pronto ad immolarsi al proprio onore. Si aggiunga che, se il Postòli rifiutava il duello, il veneziano divenia padrone di accusarlo di poltroneria e di dire apertamente che non si credea più macchiato da quell'ingiuria, dacché avea scoperto che l'ingiuriatore era un vil poltrone, dal quale un uomo d'onore non può mai essere offeso, poiché il disprezzo lo pone nella linea de' pazzi.
      Lo sfidar a duello chi offese è un natural impulso di un animo, che l'educazione seppe rendere moderato e padrone di frenar la brutalità de' primi moti. Un animo barbaro, che una nobil educazione non avvezzò a reprimere i primi impulsi, rispinge offesa con offesa, e tenta, condotto dalla sua passione e da natural disio di vendetta, di privar di vita chi il vilipese, senz'esporsi al rischio di divenir esso medesimo la vittima del suo proprio diritto.
      In conseguenza di questo ragionamento, fondato sulla conoscenza del core umano e sulla forza de' dominanti pregiudizi, egli si dispose senza frapporre tempo alcuno a scrivere al cavaliere un biglietto, il quale in fatti lo sfidasse, ma che di tal tempra non potesse essere giudicato dalla giustizia, in ogni caso che potesse sopraggiungere, in un paese nel quale sotto pena di morte erano vietati i duelli.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il duello
di Giacomo Casanova
pagine 65

   





Postòli Postòli