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      Siccome dunque procede dal buon cibo la salute del corpo, non si dovrà dubitare che da esso non derivi anche la tranquillità dello spirito, che non può aver altro moto che quello che riceve dalle impressioni fisiche. Guai poi a quelli che si sono meritati al mondo il nome che li disegna per mangiatori. Rari sono fra questi quelli che sappiano cosa sia ben mangiare; l'ingordigia è il loro nume, e se li contempliamo non discerniamo nè nel loro corpo, nè nel loro spirito, verun segno del felice nutrimento di cui io qui sopra feci l'elogio. Il soverchio mangiare genera malattie, accorcia la vita e rintuzza le facoltà dell'anima.
     
      Dulcia se in bilem vertent, stomacoque tumultumLenta feret pituita. Vides ut pallidus omnis
      Cœna desurgat dubia? quin corpus onustumHesternis vitiis animum quoque pregravat una,
      Atque affigit humo divinæ particulam auræ.
     
      Dopo aver ben pranzato ed amalgamato il cibo con puro vino di Borgogna, egli pregò la compagnia di andarsene. Il giorno di corriere questa preghiera non può parer incivile. Restato solo, si mise in punto di non fare aspettare il Postòli che, secondo l'accordo, poco potea stare a comparire. Egli arrivò all'ora stabilita a gran trotto di sei cavalli, che tiravano una carrozza inglese da quattro persone. Scese presto il veneziano le scale e si trovò alla portiera del legno, mentre il Postòli era per uscirne. Nel legno si ritrovava oltr'esso un ciamberlano ajutante di campo generale del re ed uno de' suoi cacciatori. L'aiutante generale, che sedea presso il Postòli, cedette il loco al veneziano, sedendosi sul d'innanzi; ma questo, tenendo già il piede sullo staffone del cocchio, sospese l'entrarvi quando in un'occhiata vide, oltre i postiglioni, cacciatori, volanti, staffieri e paggi, anche un altro ajutante generale a cavallo con un servo che avea alla mano due cavalli bardati.


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Il duello
di Giacomo Casanova
pagine 65

   





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