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      L'arte di ridur l'avversario a scaricar le sue armi per divenir di lui padrone, appartiene a chi si batte a colpo di pistola a cavallo, dove non si può scaricare che guadagnando la groppa, poiché la testa del cavallo copre il cavaliere, ed uccidere il cavallo è una viltà, ma a piedi il giuoco è diverso. Egli è come alla spada: afferrate l'armi, ciascuno pensa a sé, ma il cortese non spara se non vede l'avversario in atto di appostar la sua, poiché appostare e tirare è un solo tempo. Il veneziano disse all'altro, tenendo la bocca della sua pistola contro terra, che tirasse il primo, per confonderlo, dandoli in quel critico momento un segno di rispetto, il quale pochi uomini hanno la forza di pensare, ma il riporsi il cappello, l'appostar e 'l tirare fu un sol tempo: e l'altro avrebbe certamente tirato il primo, se non avesse perduto il tempo ad allungar la sua guardia: tempo che il veneziano sarebbe stato uno sciocco se glielo avesse concesso.
      Che se poi il Postòli avesse tirato subito e fallato il colpo, allora posso, io che conosco il veneziano, assicurare il lettore che, nell'istante, quello di correre sopra lui sparando il colpo all'aria ed abbracciandolo amichevolmente sarebbe stato in lui un solo movimento. Queste circostanze tutte eventuali dimostrano che il tirar il colpo all'aria non può ragionevolmente mai esser l'effetto di un progetto premeditato. Ma chi può sapere che il Postòli, dopo veduto il colpo tirato all'aria, non avesse preteso di ricominciar il duello! Con certa superba gente le eroiche azioni vanno in danno di chi le fa.


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Il duello
di Giacomo Casanova
pagine 65

   





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