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      Vennero i tre chirurghi la sera, disposti di far l'operazione; avevano per cị l'aria contenta e vittoriosa. Levate le fascie, la ferita fu veduta bella e netta. Si smarrirono a tal vista. Il più accorto d'essi, ch'era polacco, sostenne ch'erasi votato a qualche santo. In tre settimane egli usć di là col braccio al collo e molto smagrito; ma sano. Era il giorno di Pasqua.
      Dopo ch'egli anḍ a fare il suo dovere con santa chiesa, anḍ a corte per baciar la regia mano, e non troṿ S. M. Avendo saputo che stavasi in casa Oghinski, vi si porṭ ed al regio aspetto bacị la real destra ponendo un ginocchio a terra; il re sollevandolo gli domanḍ come andasse quel reumatismo, che l'obbligava a tener il braccio al collo; e senza dargli tempo di rispondere, vi consiglio, disse, a schivar per l'avvenire tutte le occasioni di contrarre simili malattie, poiché sono mortali. L'ascoltatore rispose col silenzio ed abbassando il capo. Fatto questo, anḍ a fare una visita al Posṭli all'appartamento ch'egli occupava in casa del gran ciambellano, e vide rimaner tutti attoniti nell'anticamera, quando domanḍ di esser annunziato. Entṛ timidamente un uffiziale polacco, che tutt'altro s'immaginava fuori ch'egli potesse essere ricevuto, ma s'inganṇ. Usć, ordinando ad un servo di spalancare le imposte, e fu fatto entrare. Egli troṿ il Posṭli coricato, estenuato in ciera, ma che cortesemente gli porse la destra; accostandosi egli a lui, gliela prese e bacị a forza, e gli disse: Mi dispiace, signore, d'esser io il primo a far una visita a V. E.; vengo a dirle che riconosco d'essere stato da lei mille volte più onorato che offeso, e le domando perdono se non ho potuto nel giorno di San Casimiro dissimulare quel sentimento, che fu cagione del presente suo male.


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Il duello
di Giacomo Casanova
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