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      Cittadini, Prelato di quella gentilezza di spirito, ch'ella sa benissimo. So ch'al sublime intelletto di V. S. Ill.ma non giugnerà come cosa nuova, ne per nuova gliele mando; ma solamente perchè conosca, che non perdo affatto il tempo, che mi avanza nelle mie occupazioni monastiche, e per darle segno dell'obbligo infinito, che le tengo, già che da lei conosco, dopo Iddio, l'essere in questo posto di così alta servitù con N. S., unita a quella, che io rendo all'Eccellentiss. Casa Barberina. I medesimi suddetti Signori in nome loro mi hanno comandato, che io baci caramente le mani a V. S. Ill.ma & io le fò umilissima riverenza. Roma dalle mie Stanze di S. Calisto il di 29. agosto 1639.
      Di V. S. Ill.ma e Rev.ma
     
     
     
     
     
     
     
     
      Devotis.mo & Obblig,mo Servidore
      D. Benedetto Castelli
     
      DISCORSO
     
      Fu dunque proposto da me con certa occasione un modo col quale uno, che avesse quel difetto nell'organo della vista, il quale fà compartire gli oggetti tanto confusi, come a dire annebbiati, che non si può leggere senza l'aiuto de gli occhiali convessi (accidente solito intravenire alla maggior parte di quegli, che passano quaranta, ò quarantacinque anni in circa) questo tale potesse assai comodamente leggere senza l'uso delli detti occhiali, & il modo fù questo. Presi un poco di carta ordinaria da scrivere di larghezza per ogni verso di tre dita in circa, ed avendole fatto nel mezzo un picciol foro della grandezza della presente figura, feci applicare all'occhio la detta carta, in modo, che l'occhio vedesse gli oggetti, ed in particolare i caratteri d'una scrittura per lo detto foro, e così tutti quelli, che si trovarono presenti esperimentarono, che con questo assai facile artificio si leggeva comodamente la detta scrittura, ed in somma senza cointroversia fù da tutti concesso, che la vista si faceva assai più terminata, e netta co 'l beneficio del foro, che con l'occhio libero; e soggiunsi di più, che se quella carta fosse stata tinta di nero da quella parte, ch'era rivoltata verso l'occhio l'effetto sarebbe ancora riuscito in maggior vantaggio.


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Alcuni opuscoli filosofici del padre abbate D. Benedetto Castelli da Brescia
di Benedetto Castelli
1669 pagine 60

   





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