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      Ottavo. E con similissima dottrina vederemo nell'ottavo luogo la ragione d'un'altra apparenza stravagante, la quale è che bene spesso le lucertole, e le serpi si vedono vibrare dalla bocca loro tre lingue, e se poi 'l medesimo animale sarà morto, e contemplata bene la cosa, si troverà, che quell'animale ha una lingua sola. Mà perche la vibra, e caccia fuora, e la ritira in tre siti della sua bocca, cioe dalle bande, e nel mezzo, e quello fà con tanta velocità, e prestezza, che avanti che siano dileguate, e distinte le prime due immagini della lingua stampate nell'occhio nostro sopra l'uvea sopragiugne la terza, però non una, ma tre lingue appariscono.
      Parimente per nono quesito, quando di notte tempo si vedono quelle stelle cadenti, le quali alla nostra vista rappresentano una lunga striscia di fuoco distesa per l'aria, direi che non è vero totalmente, che in quel tempo, che si vede quella striscia si trovi veramente, e realmente fuori dell'occhio nostro una fiamma di fuoco disteso, come ci appare, ma si bene avendo preso fuoco prima una parte, e poi l'altra di quella materia, venga impressa nel nostr'occhio prima un'immagine, e poi successivamente altre, ed altre, e così ci apparisca quella lunga tirata di fuoco; o veramente si puo dire co' nostri fondamenti, che movendosi quel primo fuoco con gran velocità vada imprimendo continuamente nell'occhio la sua immagine nel medesimo modo, che si è dichiarato di sopra al settimo quesito.
      Decimo. Bella osservazione ancora a questo proposito mi sovviene d'aver fatta molte volte, quando casca la pioggia senza che faccia vento da parte alcuna, nel qual caso le gocciole dell'acqua cadente vengono a cascare per linea perpendicolare alla superficie della terra, e perche quelle gocciole nel cascare fanno l'immagini loro nel medesimo modo detto di sopra al settimo quesito, cioe non terminate da quel semplice globettino, ma ci vengono a dipingere nell'occhio nostro certi filamenti, i quali ci appariscono come pendenti in aria; di qui è, che se noi staremo a vedere fermi guardando la pioggia, vederemo tutti quei filetti, ò filamenti ad angoli retti alla superficie terrena, ma se cominceremo à caminare trasversalmente à quella veduta, subito vederemo tutti quei filamenti medesimi inclinati, e non fare altrimenti angoli retti in terra, anzi appariranno giusto, come se quelle gocciole cadenti fussero trasportate da un gagliardo vento, che spirasse contro di noi dalla parte verso la quale camminiamo.


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Alcuni opuscoli filosofici del padre abbate D. Benedetto Castelli da Brescia
di Benedetto Castelli
1669 pagine 60