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      Ora fatto questo dissi al medesimo giovane. Orsù, Signor Carlo (che così si chiama, ed è di casa Appiani) bisogna fare la seconda parte del ballo; bisogna che V. S. ritrovi di nuovo il suo Maestro, e li dica, che avendo proposto a me il quesito: Perche la metà del mattone tinta di bianco si riscaldava al lume del Sole piu che la nera, io le aveva risposto, che la faccenda camminava a rovescio, cioe che si riscaldava piu la parte nera, che la bianca, e che subito andai à tingere il mattone, e l'esposi al sole, e dopo una mezz'ora, o poco piu, o poco meno le aveva propriamente fatto toccar con mano che la parte nera era molto piu calda, che la bianca; e soggiunsi al medesimo giovane, che dimandasse al suo Maestro la ragione ancora di questa conclusione; promettendoli da parte del Filosofo, che gli sarebbe stata assegnata. Il giovane non vedeva l'ora di far la seconda pruova, ma non puotè così presto. Finalmente passati alcuni giorni corse la seconda lancia. Ora qui ci fù che fare assai, a ridurre prima il Filosofo a prestare l'assenso all'esperienza, negandola egli francamente sul principio, poi mettendola in dubbio, e poi cautelandola con quattro cautele. La prima delle quali fu che bisognava far l'esperienza in tutte le sorte di bianco. La seconda, che bisognava farla in tutte le sorte di nero. La terza che era necessario far l'esperienza in tutte le materie: e quello, che importava molto per assicurarsi bene (ed era la quarta cautela) che il tutto si doveva fare alla presenza di uno, che fosse dell'opinione contraria; ed assegnò la ragione in lingua latina, perche si ricercava questa ultima cautela.


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Alcuni opuscoli filosofici del padre abbate D. Benedetto Castelli da Brescia
di Benedetto Castelli
1669 pagine 60

   





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