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      Nondimeno tanto mite era la natura dei lombardo-veneti, che in trent'anni non si levarono nè una volta sola a tumulto. E davano soldati e denari al sovrano, e guadagni sempre più sfacciati a' suoi satelliti e banchieri; e pagavano quella brutta servitù ben più caro che ai loro vicini non costasse l'onore e la sicurtà. Eppur non valse. Come la vecchierella d'Esopo sventrò la gallina perchè le faceva le ova d'oro, così l'Austria si ridusse a manomettere colle sciabole quel popolo i cui sudori più fruttavano alle sue finanze. Quando in settembre del 1847 corse in Milano il primo sangue, egli fu perchè il popolo si rallegrava di vedere ingrassata dei beni della sua chiesa piuttosto una famiglia italiana che una straniera. Nè il governo aveva aspettato finchè quella incauta allegria si mostrasse; ma aveva fatto arrotare le sciabole otto giorni prima. E per più mesi ancora, fin presso al gennaio, si udirono quasi solo le voci dei magistrati, che imploravano sommessamente le più temperate riforme. Ebbene, fra i documenti si rileva come l'ordinanza che abbandonò le vite dei cittadini ai capricci del giudicio improviso, fosse già preparata in Vienna il 24 novembre, mentre solo all'8 dicembre il Nazari diede il primo cenno d'opposizione. Nè propriamente sarebbe a dirsi oppositore quel magistrato che invoca qualche provedimento, per adempiere al suo officio, e pel desiderio che "il suo monarca sia da per tutto e da tutti adorato e benedetto". In risposta a siffatte genuflessioni, era adunque da due settimane già preordinato in Vienna il patibolo!


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Considerazioni sul 1848
di Carlo Cattaneo
pagine 217

   





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