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      Come avvenne che i municipali, all'avvicinarsi del nemico da ambo le parti del palazzo, non pensassero a chiamare il popolo, o ad assicurarsi almeno una ritirata? Per tenerli a bada, sicchè non si sottraessero, Radetzky aveva simulato di tenersi secoloro in officiale carteggio. Stavano essi aspettando che, in virtù della firma di O' Donnell, la polizia cedesse le armi della sua guardia, intendendo cominciare con quelle l'armamento della civica; e frattanto il popolo ne aveva tolte quante ve ne aveva nella vicina bottega del Sassi, e le aveva portate in palazzo. "Impiegati continuavano a far la lista della guardia civica, quando un assessore venne a portar notizia ch'erano traditi: poco dopo giunse la seguente lettera di Radetzky datata dal Castello; la fece accompagnare da mezza divisione di granatieri". Nella lettera si leggeva: "Intimo a codesta congregazione municipale di dare immediatamente gli ordini pel disarmamento dei cittadini; altrimenti dimani mi troverò nella necessità di far bombardare la città. Mi riservo poi di far uso del saccheggio e di tutti gli altri mezzi che stanno in mio potere. Aspetto al momento un riscontro".
      La condizione del municipio era iniqua. Di qual forza doveva egli valersi per togliere le armi ai cittadini? Come potevano gli avvisi esser letti nelle tenebre della notte? Come si poteva annunciarli a suon di tromba nella vasta città, quando ad ogni passo v'erano soldati che ferivano quanti incontrassero, "fosse donna, vecchio, o fanciullo"? Il preside del municipio erasi dovuto fermare a mezza via.


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Considerazioni sul 1848
di Carlo Cattaneo
pagine 217

   





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