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      Non era solo effetto di barbarie; poichč i boemi del Reisinger incrudelirono peggio assai de' croati. Non era effetto d'esaltazione bellicosa del soldato, che "prendendo d'assalto le case, trucidasse chi lo aveva combattuto (seine Angreifer niederstach)", come vennero imaginando poscia gli escusatori di Radetzky. No! nessuna di quelle infelici case era stata difesa o assalita, essendo tutte in quell'estremo lembo della cittą che stava affatto in potere del nemico. Era per i vili sospetti instillati dai generali; era per la insensata dispersione delle truppe, onde non fu possibile far loro pervenire i viveri. Nč parimenti era possibile che da 52 punti si raccogliessero i feriti, e si traessero per le due o tre vie che rimanevano tuttora aperte nell'interna cittą. Solo a notte oscura, si osņ trasportarli "con carrette e lettighe, che lasciavano sui marciapiedi larghe strisce di sangue". E quella vista funestava le soldatesche, accampate sui vasti spazi della Piazza Castello, intorno a luridi fochi, su cui gettavano carrozze e suppellettili, cantando e urlando ferocemente,
      quasi per dissimulare a se medesimi la loro disfatta. E altro terrore infondeva in quelle rozze anime la vista della eclissata luna, in forma di globo cupamente arroventato. Al contrario i cittadini, nella coscienza del loro diritto e del favore di Pio IX e di Dio, ne traevano baldanza e ilaritą.
      Giunse nella sera in casa Taverna un primo dono alla patria di lire tremila dall'ingegnere Filippo Alfieri; e rese esuberante servigio in que' giorni, quando ogni venalitą nei poveri pareva spenta.


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Considerazioni sul 1848
di Carlo Cattaneo
pagine 217

   





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