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      Altri apportò carte intercette al nemico; ma Casati e i suoi, sempre oscillanti fra la guerra e la pace, negavano si aprissero. Una di esse avvertiva come, con ordini anteriori alle novelle di Vienna, il maresciallo, provido nel male, avesse distribuito più di 500 cariche d'artiglieria in Padova, Vicenza, Mantova e Verona.
      Mentre si tentava dar qualche forma alla fortuita difesa, Casati "si sottrasse alla vigilanza delli armati che facevano sentinella al suo onore". Immantinente Cernuschi, accompagnato dal figlio medesimo di Casati, ne andò in traccia; e "gli venne fatto di scoprirlo rannicchiato nella soffitta d'una casa vicina, d'onde usciva polveroso, coperto di ragnateli. Il figlio n'ebbe a versar lacrime". La generazione che surge è migliore di quella che tramonta.
      A fronte di poche centinaia di fucili, Radetzky, benchè, avesse fin dal primo scoppio entro le mura circa 15 mila uomini, s'era già indutto a chiamare due battaglioni tirolesi da Cremona, uno del Gyulai da Pavia, una parte del Geppert da Monza, e aggiungeva nella notte del 19: - "Chiamo a me cinque battaglioni, coi quali dimani all'alba comincerò di nuovo il combattimento contro Milano e lo condurrò, come spero, a buon fine". Se nel primo giorno colle sue squadre mobili, aveva provocato i cittadini al combattimento, nel secondo giorno colle immobili sue posizioni aveva inspirato loro la fiducia nella vittoria.
      Al di fuori accorreva già la gioventù delle pianure, affrontando impavida la cavalleria. Giuseppe Guy, milanese, venuto co' suoi contadini da un podere presso il Po, bersagliava dall'aperta campagna gli austriaci accovacciati sul bastione, quando la carabina d'un ussaro lo colpì a morte.


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Considerazioni sul 1848
di Carlo Cattaneo
pagine 217

   





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