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      Il generale Carlo Schwarzenberg potè illeso percorrere a cavallo la città, intanto che le sue robe si ponevano in salvo entro una caserma: e scorgendo "la più perfetta calma e tranquillità e buono spirito che ovunque regnava, potè provarne le più dolci commozioni, ed esprimerne i più cordiali e sentiti ringraziamenti". Quelli improvidi ozi, quando Milano combatteva, vennero poi scontati nel foco e nel sangue, quando Milano fu disarmata e derelitta: dum singuli pugnant, universi vincuntur. - Intanto la vicina Crema, perchè aveva poco popolo e angusto contado, sebbene si mostrasse quel giorno piuttosto in festa che in tumulto, venne ferocemente insanguinata da cacciatori tirolesi e dragoni austriaci. V'ebbero quasi 80 feriti dei cittadini, e 2 soli dei soldati; all'arrivo poi di due cannoni e di 400 soldati italiani del presidio di Lodi, la città fu interamente disarmata. Il qual caso ebbe gravi effetti; poichè quivi era il convegno ove lo smembrato esercito potè accozzarsi.
      A Cremona, presidiata pure d'italiani, il popolo, non provocato dall'arroganza straniera, "fu pago di ottener la liberazione d'un cittadino arrestato in forza della legge stataria; invano accorsero migliaia d'armati dalle campagne". - In Mantova, ove pure italiano era il presidio, il comandante Gorczkowsky potè acquistar tempo, concedendo il "privilegio" delle armi a qualche centinaio di cittadini, che presero in custodia innocente le porte della fortissima città. Un numeroso comitato predicò "l'ordine e la tranquillità", vestendo a mansueta insegna la "sciarpa bianca". - La coccarda bianca soppiantò nell'agitata Verona la tricolore.


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Considerazioni sul 1848
di Carlo Cattaneo
pagine 217

   





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