Pagina (117/217)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il popolo non oblierā mai d'aver vinto.
     
      Nel quarto giorno, i milanesi si fanno alla lor volta assalitori; espugnano a punta di baionetta il Genio Militare, dopochč un povero e storpio, Pasquale Sottocorno, ha posto il foco alla porta, e che Augusto Anfossi cadde sull'entrata, trafitto da una palla in fronte. Cacciano i granatieri e le artiglierie che difendono la casa di Radetzky; prendono le sue carte, portano per le piazze il suo uniforme di maresciallo, la sua sciabola d'onore, e la depongono sulla tavola del consiglio di guerra. Compagnie di giovani, armati in gran parte coi fucili che hanno strappato di mano al nemico, scegliendosi capi quei che si mostrano degni a prova di ferro e di foco, oltrepassano i ponti; s'inoltrano verso le porte e i bastioni, per interrompere quell'alta ed ampia cerchia, sulla quale il nemico fa scorrere liberamente le sue forze. Borgazzi, dopo aver condutti per la via ferrata migliaia d'armati appič delle mura, penetra in cittā, concerta col consiglio di guerra un attacco di dentro e di fuori; poi torna a raggiungere le sue squadre, alla testa delle quali, il dė seguente, cade ucciso. Borgocarati ordina una comitiva di zappatori; si apprestano barricate mobili, si appuntano verso la Porta Tosa piccole artiglierie. Il consiglio di guerra anima i cittadini a uscir dalle barricate. "Prodi, avanti! La cittā č nostra; il nemico si raccoglie sui bastioni per avvicinarsi alla ritirata. Fategli premura; tormentatelo senza riposo; questa notte tutte le porte devon essere sbloccate.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Considerazioni sul 1848
di Carlo Cattaneo
pagine 217

   





Genio Militare Pasquale Sottocorno Augusto Anfossi Radetzky Porta Tosa Borgazzi Borgocarati