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      E come salvarsi i soldati, quando "ovunque si mostrassero", scrive l'anonimo di Zurigo, "pioveva acqua bollente e perfino olio bollente (siedendes Wasser, selbst siedendes Oel)?". Che valeva la mitraglia dei 42 cannoni da campo e delli altri che stanziavano in Castello e sulle piazze, contro l'acqua bollente? Oh quanto olio ci volle per friggere ventiquattro battaglioni e sei squadroni, mit Geschützen - Siffatte scempiaggini potè dettar l'odio del popolo e il disprezzo della verità!
      E infine, ch'era mai codesto popolo, se non lo strumento venale d'una nobiltà capricciosa? Così stampò il general Willisen, notorio nemico d'ogni venalità. E di tal modo, alle imposture della casta militare, che in Prussia, e anco in Italia, si reputava mallevadrice alla gloria dei confratelli austriaci, si collegarono le millanterie dei signori e le adulazioni dei loro guàtteri. E si posero a credito delle loro eccellenze tutti i pericoli e i consigli del combattimento, il quale "non fu capitanato (was not headed) dai Ledru-Rollin, e dai Louis Blanc, ma dai magnati del paese (the greatest in the land). E il conte Pompeo Litta Biumi, il solo tra i membri del provisorio che i combattenti andarono a invitare e prendere in casa sua, non era un letterato di modeste fortune; ma Creso di Lidia, il duca di Devonshire della Lombardia". Queste favole si facevano stampare in lettera a lord Palmerston. Il quale lord Palmerston, sapendo che il duca di Devonshire ha un patrimonio di cento milioni di franchi, concepiva così un'idea molto adeguata delle cose nostre.


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Considerazioni sul 1848
di Carlo Cattaneo
pagine 217

   





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