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      Il governo provisorio, pur con false mostre, deluse la dimanda, che allora venne fatta, d'un'assemblea, la quale "costituisse un supremo governo centrale, incaricato di conservare possibilmente l'unità di stato colla Venezia, il Tirolo, Trieste e la Dalmazia" (29 marzo). Intanto si diede tutto a cospirare con le municipalità e le congregazioni provinciali (reliquie austriache ribattezzate in governi provisorii), per accaparrarsi su tutte le provincie, in nome del popolo, un'autorità senza voto di popolo. E ciò conseguito, ingiunse ai comitati provinciali di non pensare all'armamento, assumendosi esso l'incarico. Così represse nel nascere quell'espansiva emulazione federale, che sola poteva trarre immantinente, dal cuore d'ogni provincia denari e battaglioni. Per tal ragione, respingeva gli armati valtellini; sovvertiva ogni principio di disciplina tra i volontari in Crema, mandando il conte Sanseverino a onorare e promovere chi ricalcitrava al comitato di guerra; ratteneva gli altri volontari che da Treviglio, ov'erano giunti il 24 e il 25 colla via ferrata, dovevano precorrere sotto Mantova il nemico, il quale solo il 28 potè lasciar Crema; richiamava da Cremona fino a Milano i sei cannoni e i tremila soldati eh'eransi quivi sottratti al nemico fin dal 21, e che di là potevano per dieci e più giorni scendere in soccorso a Mantova, lontana solo trenta miglia, giovandosi anche delle vaporiere e altre navi del Po; perocchè il disarmo dei mantovani fu comandato solo il 2 d'aprile.


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Considerazioni sul 1848
di Carlo Cattaneo
pagine 217

   





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