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      Non aver le carte di tal sacro terreno, non saperle a mente, era come dirsi affatto alieno e ignaro d'ogni studio di guerra. Forse quei frati in cui governo il re aveva lasciato per tant'anni le academie militari, e che ammaestravano i futuri capitani a recitare ogni matina e ogni sera l'officio della Beata Vergine, avevano anche vietato loro il leggere le campagne di Bonaparte. Così ponno delirare i principi. Ma poscia, nei giorni di guerra, non trovano se non ciò che nei giorni di pace han delirato.
      Apriamo il Thiers; vediamo come su quel terreno, e con quel nemico, ma meno stanco, e non incalzato dai popoli, nè spoglio già di cannonieri, si fosse combattuta un'altra guerra. - "Bonaparte prende 3500 granatieri, la cavalleria e 24 cannoni, scende lungo il Po. La matina dell'8, con una marcia di 16 leghe (quaranta miglia) in 36 ore, è a Piacenza... Colla barca del porto tragitta l'avanguardia comandata dal colonnello Lannes. Questi, appena sull'altra sponda, piomba sui distaccamenti che la percorrono e li disperde. Gli altri granatieri passano mano mano. Si comincia a fare un ponte... La divisione Liptai era accorsa a Fombio; Bonaparte l'assale con quante forze ha in mano. Trincerata, la scaccia. La stessa sera, giunge Beaulieu... intoppa nelli avamposti francesi... è respinto a furia... In Pizzighettone, ov'è il passo dell'Adda, si erano gettati gli avanzi della divisione Liptai. Bonaparte rimonta il fiume sino al ponte di Lodi... Dodicimila fanti e quattromila cavalli erano sull'altra riva; venti cannoni raschiavano il ponte.


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Considerazioni sul 1848
di Carlo Cattaneo
pagine 217

   





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