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      I confini delle giurisdizioni, quali gli fece la lunga serie delli eventi, rappresentano da lungi una diversità d'origini felicemente obliterate dalla lingua commune; e rappresentano dappresso la varietà delle legislazioni, dei costumi, dei dialetti, e la abitudine di moversi intorno a certi nodi naturali di commercio. Il turbare d'improviso e senza necessità quest'ordine di movimenti e di funzioni, a cui tutti i calcoli delle famiglie sono coordinati, è più grave danno che non si creda; rende amare ai popoli le primizie della libertà; e in procinto di guerra, dissipa le loro forze e i loro pensieri. Nel volume si vede, come gli abitanti della Lunigiana, staccati poco prima dalla Toscana e aggiunti a Parma, si lagnassero delle insolite leggi: "Corre il sesto mese dacchè siamo in una posizione sommamente deplorabile". Le varietà quasi familiari delli Stati nulla tolgono alla coscienza nazionale, rivelata a se stessa e ogni giorno vieppiù stimolata; e se anche alcuna cosa le togliessero, converrebbe pure, rimosso ogni ostacolo ai confini, lasciare al commercio, al tempo, alle idee, e alle innovazioni deliberate in commune, l'officio di cancellar tali tradizioni senza danno e senza dolore.
      Ma nel 1848 non si trattava già della lenta opera delle legislazioni, bensì dell'urgente e ardente guerra straniera, alla quale importava recar subito da tutte le parti d'Italia la maggior somma di gente e di denaro. Nella recente guerra svizzera, quando il cantone di Vaud pose in armi il dieci per cento della sua popolazione, gli altri cantoni che non fecero altretanto, non poterono però averne timore o sospetto; anzi applausero con tutto l'animo al generoso esempio che accresceva le forze communi.


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Considerazioni sul 1848
di Carlo Cattaneo
pagine 217

   





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