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      Ci basta di far animo al lettore a superare la prima fatica, a metter per entro alla congerie dei documenti uno sguardo indagatore. Si tratta della nostra istoria recente e viva; alla quale poco dissimile tornerà pur troppo la istoria futura e imminente; poichè i fatti dei popoli camminano coi loro pensieri; e il pensiero publico, benchè ritratto dalle plateali dimostrazioni a qualche maggior gravità, si move però ancora sui principii che lo traviarono allora. A chi ci apponesse d'aver con falso animo allegata in questi frammenti tal cosa o pretermessa tal altra, ripetiamo l'invito di por mano all'opera, e metter fuori altro volume da collocarsi a lato al nostro per supplire al nostro difetto. E pur troppo qualche mancanza nostra è veramente involontaria; e noi, al pari forse de' nostri lettori, restiamo col desiderio di sapere, a cagion d'esempio, quale arcano caso condusse prima a Chambéry, poi a Milano tanto l'emissario Urbino quanto il generale Olivieri, eletto fra tutti a difendere Milano quattro mesi dopo aver avuto una publica nota di disonore dalla guardia di Chambéry. A chi ci accusasse di aver coltivato odio di principi, rancori di provincie, rivalità di opinioni, additeremo in questo medesimo volume qual divario, a cagion d'esempio, passa tra le sobrie nostre illazioni intorno alla morte di Pellegrino Rossi desiderata ad un tempo medesimo dai prelati, dai regi e dagli unitarii, e la furiosa invettiva del Gioberti contro i ministri piemontesi, che nelle persone loro erano affatto innocenti di quella morte.


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Considerazioni sul 1848
di Carlo Cattaneo
pagine 217

   





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