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      - Io sono figlio del sole, egli disse ai popoli che meravigliando l'adoravano, e vengo a governare il mondo. - E regnò sopra di loro, e ammaestrolli a edificare le case e seminare i campi. Ma, come osserva l'illustre Romagnosi, queste dottrine delle potenze naturali, dopo aver vestito li astri coll'imponente maestà d'esseri intelligenti e dominatori, dovevano bentosto [786] proscrivere come nociva ogni cognizione che potesse spogliarli delle qualità e delli onori loro attribuiti; perloché, occultati i principii e le ulteriori scoperte, le dottrine arcane dei sacerdoti si divisero sempre più dalle popolari. - Per tal modo le dottrine che avevano dato il primo impulso alla cultura, divennero ben presto ostacoli ad ogni progredimento.
      Come nei primi tempi si diffuse sui lidi d'Italia la civiltà etrusca, così su le rive occidentali dell'India approdarono in cerca di perle e d'altre dovizie i Fenici, o Arabi maritimi: e pare vi fondassero una colonia sotto il nome di Pandea, la quale venne figurata poi come le altre imprese dei Fenici nella chiara legenda d'Ercole, che fa regina di quel paese la sua figlia Pandea, e raccoglie in quei mari le perle per adornarla (2). E parimente, come lungo il Po diamo discesa in Italia l'indelebile pronuncia dei Celti, così lungo l'Indo e il Gange corsero fin da remoti tempi le favelle diffuse nella Persia e nella Media. Quivi aveva sede in Nisa, non lungi dal Caspio, quel sacerdozio che sotto il nome del Dio di Nisa propagò per opposta parte i suoi riti fino in Grecia e in Italia, ove fu combattuto dal patriziato romano, ministro di più civile e austera religione.


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Dell'India antica e moderna
di Carlo Cattaneo
pagine 63

   





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