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      Che quivi si ricoverassero i magi fugitivi della Media, e vi fondassero in uno od altro tempo la setta braminica, era opinione del viaggiatore Clearco, registrata da Diogene Laerzio (5). Il P. Paolino per altri argomenti s'indusse a credere che la Media Atropatene fosse la madre patria dei bramini e dei buddisti (6); il che fosse cagione che li dèi dell'India vengano tuttora effigiati con le vesti purpuree e le armille e le collane delli antichi Medi (7); tradizione rituale che si osserva rigidamente; poiché a pittori e scultori è vietato vendere imagini [788] che non siano approvate dai sacerdoti ed asperse d'aqua lustrale (8). La lingua sanscrita si collega per conformazione e per radici a quelle della Persia, anzi di tutta l'Europa, e l'influenza sua si manifesta maggiore nelle favelle di quelle parti della penisola indiana che sono più prossime alla Persia, mentre si va dileguando verso mezzodì. Parimente la scrittura di quell'antica lingua procede per vocali e consonanti come la greca e la latina; non per sole consonanti, come le lingue arabiche; né per sillabe, come le chinesi; né molto meno per ieroglifici, come l'egizia; e mostra in ciò i segnali di men remota origine. Anzi, pare che i bramini ne facessero un'arte secreta e gelosa, poiché non posero iscrizioni sui publici monumenti; e ancora ai tempi di Megastene non avevano dato al popolo leggi scritte. E ancora oggidì professano che i sacri libri di Brama fossero per più generazioni trasmessi a voce, e solo assai tardi si riducessero a scrittura.


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Dell'India antica e moderna
di Carlo Cattaneo
pagine 63

   





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