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      La più orribile di tutte è la lega delli strangolatori ("phansigar", "thug"), scoperti autenticamente solo nel 1830, e fieramente perseguitati dal capestro britannico, come quelli che per onorare la nefanda Dea Bhowanie, odiatrice del genere umano, professano l'arte dell'omicidio. Il magistrato stesso che li scoperse, non aveva mai saputo che, pochi passi fuori della sua casa, vi era un principale convegno di codesti scellerati. "Centinaia di viandanti venivano sotterrati ogni anno nel boschetto di Mundasoor. Tutta una tribù d'omicidi viveva alla mia porta nel casale di Kundelie, mentre io era magistrato della [797] provincia." Il loro atroce capo Faringhea dissotterrò sotto la tenda del suo giudice tredici cadaveri; e s'offerse a trarne fuori quanti altri ne voleva. Un solo di questi perversi aveva trucidato o strangolato 719 vittime, e gemeva di non poter compiere il numero di mille (11). - Forse la prima origine di questi orrori fu nella diuturna lutta che le antiche genti opposero all'artificioso predominio d'una setta straniera. Nessuno può narrare tutti i secreti d'un popolo immenso, in cui da migliaia d'anni ogni cosa divenne tradizione secreta di famiglie disgiunte e chiuse.
      La setta braminica scese dagli altipiani fra settentrione e occidente, portando seco la lingua, la scrittura e la legge della sua patria, il codice di Manù. Ma il testo di questa legge da un lato ammette l'ordine delli schiavi, dall'altro dichiara che la "terra coltivata appartiene a colui che primo estirpò la foresta, come la belva è del cacciatore che la ferì a morte"; e attribuisce al re soltanto il dominio supremo: "del tesoro celato in terra il re ha diritto alla metà, come signore supremo del suolo". Questi tre cardini, che stabiliscono la relativa condizione dello schiavo, del libero e del re, sono, come si vede, poco alieni dai principii che prevalevano nell'antica Europa.


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Dell'India antica e moderna
di Carlo Cattaneo
pagine 63

   





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