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      Tutti li uomini sono combattenti; tutti sono eguali, tranne il profeta [803] che parlò in nome di Dio, e il califfo che parla in nome del profeta; lo stato è un esercito." La mazza ferrata del guerriero di Ghazna, che sfracella l'idolo di Somnaut e sparge a terra le sue gemme, rappresenta l'urto della bellicosa democrazia musulmana contro l'universale patriziato dell'imbelle società braminica.
      Il musulmano aveva da lungo tempo appreso a risparmiare il sangue degli infedeli, e ad accettare dalla loro mano il riscatto del sangue. I commentatori del Corano avevano temperato le atroci parole del profeta: "Entrando in terra straniera, intimate alli abitatori di sottomettersi alla vostra fede; se assentono, siano con voi; se ricusano, paghino il tributo ("khiraj"); e allora abbiategli come se fossero figli della vostra fede". - Tutti i figli d'Adamo sono adunque chiamati dal profeta; tutta la terra è patrimonio de' suoi seguaci; tutti li infedeli armati sono suoi nemici; disarmati, sono suoi servi. Ottenuta la pace, il musulmano doveva dunque aver caro d'essere circondato da infedeli che potesse spogliare, piuttostoché di fedeli che dividessero seco le spoglie. La legge maomettana portava dunque seco un principio di salvamento per l'India conquistata. Il capo d'ogni commune, in luogo di pagare il suo tributo alle caste dei bramini e dei cetrii, pagò all'esattore dell'esercito maomettano; nulla si cangiò nell'ordinamento del commune, nulla si tolse alle caste e ai loro antichi riti; l'esattore indiano prese nome di "zemindar"; il musulmano non volle conoscere altro magistrato, e lo fornì d'autorità e d'armi per riscuotere il tributo delle terre.


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Dell'India antica e moderna
di Carlo Cattaneo
pagine 63

   





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