Pagina (31/63)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ebbi il premio de' miei sudori; e l'India è mia. Non però ne do gloria a me; bensì all'Onnipotente, che si degnò soccorrere alla mia debolezza".
      I vinti Afgani rialzarono il capo, mossero con altri centomila combattenti sul campo di Byana; ma il mogolo sfondò coll'artiglieria il centro nemico, vi si precipitò colla sua guardia; vincitore innalzò una piramide di teschi delli uccisi. I popoli dell'India, spaventati e memori di Timur, difesero come loro propria la causa delli Afgani. I Rageputi, assediati in Chundery, compierono il tremendo rito dell'"ioar", uccidendosi tutti, insieme colle donne e coi figli. Ma Baber fece obliare la sanguinosa vittoria. Era bello della persona, affabile, giusto, facile al perdono; scrisse le sue memorie con rara semplicità d'animo e di stile; era di costumi lieti, e sopra [806] una fontana de' suoi giardini aveva scritto in versi suoi: "A me il generoso vino e le donne belle; a voi le altre cose; godi, Baber, sinché il puoi; gioventù passa e non torna". Suo figlio Humayun fu cacciato dall'afgano Sheer-Khan; ma dopo una vita errante e infelice, tornò coi soccorsi della Persia; e vittorioso poeta come suo padre, cantò le funeste delizie che appresta alli Asiatici l'uso dell'opio; fu studioso di geografia e d'astronomia; aveva dedicato i sette suoi palazzi ai sette pianeti, ornandoli di fregi allusivi. - Il suo successore Akbar, che gli era nato nel deserto al tempo amaro dell'esilio, e ch'era stato due volte prigioniero, vinse di nuovo li Afgani su la fatale pianura di Paniput.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Dell'India antica e moderna
di Carlo Cattaneo
pagine 63

   





India Onnipotente Afgani Byana India Timur Afgani Rageputi Chundery Baber Baber Humayun Sheer-Khan Persia Asiatici Akbar Afgani Paniput