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      Il vecchio suo tutore Beiram gli trasse avanti in catene il conduttiero nemico, ed esortollo a trucidarlo di sua mano. Akbar, non appena l'ebbe tocco colla sciabola, la rattenne, e proruppe in pianto; ma Beiram, datogli un torvo sguardo, decapitò d'un colpo il prigioniero. Akbar, benché umano, fu bellicoso; fu vigile e indefesso nel governo delle cose; fece comporre dal suo ministro Abulfazil la celebre descrizione dell'India detta Ayeen Akbar. Li orientali lo rammentano ancora come l'ideale dei regnanti. - I successivi sultani dilatarono l'impero nella penisola, nel Tibeto, nel Turchestan, luttarono colla Persia e colli Afgani; ma colla ragion di stato delli orientali furono carcerieri e carnefici delle loro famiglie. Infine Aurengzeb, che aveva imprigionato suo padre e soppiantati i fratelli (1658), condusse l'imperio mogolo al massimo limite della sua vastità, che fu di ventidue regni, con un reddito di ottocento millioni di franchi. Ma dopo la sua morte, l'infedeltà dei governanti, le continue congiure del serraglio, li assalti dello straniero e le ribellioni delle tribù indiane condussero tutto a irreparabile decadenza. L'ultimo delli imperatori morì poetando nella sua sventura, con ben altro metro che i vittoriosi suoi padri.
      Il sommo della calamità fu l'invasione persiana. Nadir nato pastore del Chorassan, aveva venduto la greggia paterna per assoldare uno stuolo di venturieri, coi quali assalì le orde afgane che desolavano la Persia; corse di vittoria in vittoria; prese Ispahan (1720), respinse li Ottomani, s'incoronò re di Persia, perseguitò li Afgani nella loro patria, li perseguitò fugitivi nell'India.


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Dell'India antica e moderna
di Carlo Cattaneo
pagine 63

   





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