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      - Quando si aveva a varcare un fiume, la guida accozzava alcuni pezzi di legno, sui quali mi traeva a nuoto su l'altra riva: altre volte io dovevo tenermi abbracciato a un vaso grande di terra, nel quale introducevo un poco d'acqua per zavorra. Ma il più grave pericolo era sempre quello di esser riconosciuto per
      Pranghi"."
      Se non che, tutte queste pie fatiche oramai da tre secoli si spendono indarno; i cristiani non sono pure la centesima parte del popolo indiano; e l'autore che seguiamo, conchiude con dolore: "Non solo il cristianesimo non acquistò terreno, ché anzi perde ogni giorno i primi acquisti; né il futuro promette più felici eventi; e i missionarii stessi che sacrificano a questa impresa la vita, sono quelli che ne mostrano meno speranza (17). La società indiana" [810] egli prosegue "è più profondamente pia che non fu la romana e la greca, presso le quali li atti del culto si racchiudevano nel recinto del tempio; e il pensiero viveva ben altrove che a piè dell'altare. Ma per il popolo indo non v'ha istante che non sia consacrato da qualche prece o qualche santa pratica; non atto della vita che non sia atto di culto e non sia contrassegnato dalli usi della casta, e si possa compiere senza confessare la casta, cioè la dottrina fondamentale di Brama; non v'è punto del tempo o dello spazio in cui la società non sia premunita contro ogni influsso straniero. La casta è irrevocabilmente perduta per chi lasci intravvedere ch'egli segue un'altra fede. E quella è una pena tremenda, più tremenda che non sia nelle nostre leggi il bollo dell'infamia e la morte civile; ella lo rende immantinente un oggetto d'abominio e di schifo a coloro che pur dianzi gli erano fratelli.


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Dell'India antica e moderna
di Carlo Cattaneo
pagine 63

   





Brama