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      Parevami propizio il momento d'indirizzare i cittadini a estorcere immantinente all'attonito governo quanto più si potesse d'armamenti e di libertà ; e recarci sopratutto in poter nostro i nostri soldati. Conveniva metterci in grado di dar principio alla lega italica con mani guernite, sicchè il vicino regnante, fattosi costituzionale da troppo pochi dì e solo per nostro amore, ci fosse alleato se voleva, ma non padrone. Ricordo nuovamente, che l'impresa dei cittadini comprendeva il conquisto dell'indipendenza insieme e della libertà. Una indipendenza servile, una indipendenza all'austriaca o alla russa, non mi pareva cosa da farsi se non per disfarla da capo. Per siffatte mezze imprese non mi pareva lecito insanguinare la patria.
      Aveva appena finito di scrivere in fretta il mio primo foglio, quando poco dopo l'alba due amici vollero entrare da me, ragguagliandomi che il podestà Casati, dopo mezzodì, doveva recarsi dal Municipio al governo, per dimandare a nome del popolo alcune concessioni; volevano essi avere l'avviso mio su ciò ch'era per loro a farsi, nel quasi inevitabile evento d'un conflitto. Questa smania di correre immantinente alla forza, quando nulla si era fatto per possederla e ordinarla, mi pareva troppo favorevole al nemico, che sapevamo presto e bramoso. - "Il podestà farà mitragliare i cittadini, io dissi; egli va da cieco dove spingono; ma voi con che forze volete assalire una massa di ventimila uomini, che si è preparata di lunga mano a fare un macello, e lo desidera?


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Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra
di Carlo Cattaneo
1849 pagine 315

   





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