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      Accolto questo avviso, si cominciò a scrivere i nomi dei presenti, per procedere ad una qualche forma d'elezione. Ma molti altri ad ogni momento entravano, in cerca d'armi, di munizioni e d'indirizzo; e in quell'onda di gente sempre rinnovata, era mestieri ripetere da capo ragionamenti e spiegazioni, a cui nel caldo di quei momenti poco badavano. Frattanto si faceva notte; e Casati era sparito.
      Cernuschi ne andò in traccia, e infine lo ricondusse. All'alba del terzo giorno, entrai nella sala ove parevano vigilarlo quasi come un prigioniero; e trovai che molti lo sollecitavano ancora a fare un governo provvisorio. Al che rispondeva seccamente, non voler egli uscire dalla legalità, voler egli essere altro che il capo del municipio. Lo sollecitavano eziandío a chiamare li officiali veterani per dirigere il combattimento; e ne citavano a nome parecchi; ma egli pregava non lo inviluppassero con uomini già compromessi. E infatti alcuni di quei veterani erano stati nella congiura militare del 1815. - Era adesso il 1848!
     
      Alla fine, invece d'un governo, Casati s'indusse a nominare alcuni Collaboratori al Municipio. Erano i più della lega cortigiana, come Durini e Porro; altri anco funzionarii austriaci, come Guicciardi. Affidò pure la polizia ad altro funzionario, Bellati; e perchè questi era stato preso nel palazzo municipale e chiuso in Castello, lo supplì con Grasselli, pur funzionario di polizia. Ecco l'ordinanza:
     
      La Congregazione Municipale della città di Milano.
      20 marzo 1848, ore 8 ant.


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Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra
di Carlo Cattaneo
1849 pagine 315

   





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