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      Quel manifesto di guerra fu il primo frutto della nostra vittoria; e non viceversa. La cronologia è l'occhio dell'istoria.
     
      Radetzki, per celare la sua ritirata, giovossi della prima oscurità; faceva battere tutti i suoi tamburi e tuonare tutti i cannoni, quasi intraprendesse un disperato assalto; aveva messo il foco a varie case. Mentre io mi sforzava riconoscere da luogo alto la posizione delli edificii che si vedevano ardere a levante e settentrione, ad un tratto divampò verso ponente, dietro i torrioni del Castello, una colonna altissima di fiamme, come se il nemico fosse a distruggere quel ricovero che non poteva difendere. Ma era solo una vasta congerie di paglia, di carri e di masserizie ch'egli abbruciava nel gran cortile d'armi, per consumare, a quanto sembra, i cadaveri de' suoi, giusta il suo costume di occultare quelle tristi prove della sconfitta. - Dicesi ardesse, morti o vivi, anche alcuni prigionieri e ostaggi, dei quali nulla più si seppe, e nessuna reliquia rimase!
      Mentre il bagliore delli incendii e la furia delle artiglierie teneva intento il popolo, le colonne nemiche, richiamate da ogni parte e ammassate dietro il Castello, sfilavano dense e furtive sui viali del bastione. Ma molti dei cittadini, fatti accorti della mente del nemico, accorrevano a tribolarlo, prodigando oramai essi pure il foco; dacchè nella sola caserma dell'Incoronata avevano rinvenuto ventiquattro migliaia di polvere. Al di fuori, i montanari si aggrappavano sugli arbori e sui tetti delle case per trarre di piano sul bastione.


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Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra
di Carlo Cattaneo
1849 pagine 315

   





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