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      E il popolo, che non poteva fare altrettanto, li ammirava e li benediceva.
      Non appena fu votata la fusione, essendo conseguito il fine di sgomentare la moltitudine, il governo, col decreto del 1 giugno, trasformò le tasse del 13 maggio in un prestito fruttifero. Nuova assurdità. Ogni più povera famiglia, che possedesse un tugurio censito a una dozzina di scudi, e che perciò riescisse tassata in meno d'una lira, doveva ricevere dal governo un documento, portante la rendita annua di meno di un soldo ! Erano divisamenti puerili e impraticabili. Nelli imprestiti ordinarii, le famiglie che hanno capitali accumulati, li sovvengono all'erario; e tutto il paese, ossia tutte le altre famiglie, ed esse medesime, devono poi fornire l'interesse; ognuno fa ciò che può. Ma il governo provisorio, composto quasi solo di signori o di umili loro clienti, non volendo prendere i capitali là dov'erano, offriva impiego fruttifero a chi non li aveva. Quei cortigiani, immemori e improvidi del tremendo pericolo, erano con tutto l'animo in quelle misere avarizie. Sognavano di ripristinare anche fra noi le esenzioni e le ineguaglianze d'ogni maniera, che la corte di Torino così stentatamente ha trascinate seco fino a questo secolo; come se noi dovessimo aver combattuto, non per avere la libertà, ma per discendere più basso nel pendìo della servitù.
     
      Fino dal suo nascere, il governo provisorio aveva abolite le delegazioni, cioè i governi delle provincie, e le aveva concentrate nelle congregazioni; ch'è quanto dire, aveva messo tutti li abitanti in balia delle rappresentanze delli ottimati.


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Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra
di Carlo Cattaneo
1849 pagine 315

   





Torino