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      Non mi riescė d'ottenere se non l'assenso di un solo; li altri mi significarono che quelle mie sollecitudini erano inopportune : l'esercito del re stava per arrivare; pareva, a giudicio loro, poca cortesia l'averlo invitato a guerra del tutto finita. - Il Radetzki lo prenderemo egualmente, diceva il Durini. Il Casati poi riputava che sarebbe stata una vittoria immorale; Casati, il facendiero della fusione.
      Non intendevano che il momento era fugace. In veritā Radetzki aveva perduto in Milano una vera battaglia; tant'č quando un esercito č costretto a cedere il terreno, avendo molti morti e feriti, e ritirandosi in disordine per insolite strade. Trovando intercette le tre strade militari di Lecco, Brescia e Cremona, era costretto a sfilare stentatamente da Crema verso Orzinovi e Leno, sopra una sola linea di tortuose e sconnesse vie provinciali, chiusa fra terre irrigue, palustri, ingombre di piante e di fossi. In quelle continue strette, una colonna lunga ventisette miglia, assalita di fianco, non avrebbe potuto concentrarsi; nč alcuna sezione dar pronto soccorso ad un'altra, per l'impaccio infinito dei carri, delle carrozze, dei feriti, delle donne, dei prigionieri, delli ostaggi, dei soldati italiani anelanti alla diserzione o alla rivolta, e delli altri diversi di lingua, tutti nemici fra loro, spaventati, famelici, derelitti dalli officiali. La caduta d'un cavallo, la rottura d'un carro, bastava a fare inciampo e disordine. L'urto d'un esercito regolare, e anche solo il fragore improviso e notturno del cannone, avrebbe potuto cagionarvi una confusione da Beresina.


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Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra
di Carlo Cattaneo
1849 pagine 315

   





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