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      L'illusione cagionata nei cittadini da quella supposta vittoria, diede animo al governo di farsi fare da' suoi cagnotti una dimostrazione il giorno 11, per aver pretesto a dettare il 12 lo sleale decreto della fusione. Il Lombardo si era fatto tacere colla violenza; li altri giornali liberi cominciavano appena a spuntare. E chiunque avesse contradetto al vanto della vittoria, sarebbe parso strano e cattivo; e i faziosi avrebbero scritto sui muri ch'era spia del nemico. La cecitą era insanabile ed erano irreparabili li effetti. Li avvenimenti che sembrano arbitrii della fortuna, hanno le secrete radici nell'animo dei popoli; officio dell'istoria si č di additarle.
      Dal 6 di maggio alla fine, l'esercito stette immobile sui colli inanzi a Peschiera; gią rallentato dall'ozio d'aprile, si contristava e snervava nell'ozio di maggio(68). Peschiera difettava di vittovaglie; un presidio di 1200 Croati, senza cavalleria, non aveva forza di far prese di viveri intorno; nč aveva carri da trasportarli; e fin da principio, i nostri volontarii, dalle vaporiere del lago e dalla penisola di Sirmione, avevano interrotto le communicazioni col Tirolo. Li arrivi da Verona, mal provista per sč in quei primi giorni, furono tosto turbati dall'ardimento dei volontarii stessi; e col cader d'aprile furono finalmente intercetti dalle posizioni dei regii. Si dice che i Croati, avendo rubato in Milano, in Lodi, in Crema e in Peschiera medesima, un enorme valsente di denaro, argenti e gioie, desiderassero sopratutto di mettere la preda in salvo.


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Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra
di Carlo Cattaneo
1849 pagine 315

   





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