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      E il matino seguente, nel medesimo convegno, parlandosi di difetto che fosse di vittovaglia al campo, due dei deputati dissero che anzi i generali ne mandavano indietro, perchè d'impaccio ai soldati.
      Giunte le truppe, il comitato fece confortare con pane bianco, e doppia razione di carne arrostita e di salato, di formaggio, di vino, di sigari, e distribuir loro quarantamila camicie nuove chieste a tal uopo ai cittadini. Questa volta non v'erano mani infedeli fra le provisioni e i soldati. "Le truppe erano commosse dalle fratellevoli cure; e quando le guardie nazionali, e molti cittadini si recarono nelle file dell'esercito a portarvi le parole della simpatia e del conforto, risposero loro quelle brave truppe di voler difendere la città, di voler vincere o morire insieme"(96).
     
      Era la parte più valorosa dei nostri giovani o trattenuta sul lago di Garda dalle false nuove, o a Brescia con Griffini, o a Bergamo con Garibaldi, o nel battaglione di guardie mobili in Venezia, o collocata dalla strategia del re fuori di città e dove la sua presenza non desse animo al popolo e nervo alla difesa. Si adoperavano oltreciò i generali a sconfortare i cittadini. Sobrero, per vuotare le casse, pagava in quei medesimi giorni mezzo millione di conti arretrati. I figli stessi del re, trattenendosi familiarmente coi capi delle guardie nazionali, insinuavano l'opportunità della resa. Olivieri, chiamati quei capi, lodò il buon animo e l'ardore che mostravano, esortò alla disciplina, poi partecipò quasi come una calamità che potrebbero venir chiamati a combattere in campagna aperta.


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Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra
di Carlo Cattaneo
1849 pagine 315

   





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