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      Non si dominano le genti straniere senza mole d'eserciti, nč senza arroganza di generali, che poi colle braccia dei vinti opprimono i vincitori.
      Č superfluo omai toccare dei diritti che alcuno dei dissertatori di Francoforte o di Cremsiera vollero attribuire alli imperatori germanici e ai loro eredi sull'Italia. Il sacro romano imperio non era istituzione germanica, ma pontificia, imposta dalla spada cristiana alla pagana e divisa Germania; e in esso tutti i popoli cristiani erano eguali, com'erano eguali nella chiesa, come poi furono eguali nella fratellanza araldica delle crociate. L'imperatore era re in Italia, com'era re in Germania. I due Federici, e li altri che violarono i diritti dei loro popoli d'Italia, furono puniti sul campo dalle cittą federate; le quali, anche nella vittoria, non fransero i vincoli che le stringevano all'imperio; perocchč questo altro non era che la chiesa stessa nella sua faccia corporea e mondana; e quei popoli volevano difendere la libertą e il diritto; non gią uscir della chiesa o dello Stato. Quel diritto universale e cesareo, subordinato al pontificio, ora č del pari estinto in Italia e in Germania; ma un diritto proprio del regno di Germania sul regno d'Italia non fu mai.
      Affatto inudite sono poi le velleitą di potenza maritima che vorrebbero alcuni insinuare alla federazione germanica sul porto di Venezia. Venezia non fu mai nemmeno cittą dell'imperio d'occidente; poichč al declino di quello non era peranco nata; e al suo risurgimento era gią libera e forte.


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Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra
di Carlo Cattaneo
1849 pagine 315

   





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