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      Cæs.); talora le spose, per affettato sospetto di veleno. Ne tenčvano anche pių d'una; e avčvano sovr'esse e sulla prole diritto di vita e di morte (In uxores... in liberos vitæ necisque... potestatem. Cæs.), e per provare la loro fedeltā, i gelosi e fanātici guerrieri talora legāvano l'infante a una tāvola, e lo gettāvano tra i gorghi d'un fiume; e se periva, lo avčvano per giudizio divino di non legėtima origine, e pugnalāvano la novella madre; la quale giaceva, durante la stolta prova, nella pių tremenda angoscia. Il padre non si curava altrimenti dei figli, nč si degnava ammčtterli al suo cospetto, finchč non avčssero etā da comparirgli inanzi armati; onde era quello un vėvere senza alcuna domčstica dolcezza.
      I combattenti decapitāvano sul campo i nemici caduti, e ne ostentāvano i teschj confitti sulle lance, o appesi al petto dei cavalli. Ogni casa nōbile li serbava in un'arca, nč a peso d'oro ne consentiva mai il riscatto (neque si quis auri pondus offerret. Strab.); e ogni generazione si pregiava di recare altri crani ad ingrossare quel tesoro di barbara gloria. I teschj pių illustri, legati in oro, stāvano nei templi ad uso delle sacre bevande. Alle porte delle case s'inchiodāvano teste di lupi e d'altre belve; onde agli Itali e ai Greci, i quali solčvano rimōvere religiosamente dalle cittā ogni avanzo di morte, se pončvano il piede in un casale di Celti, pareva d'entrare in uno squāllido ossario.
      Vivčvano di pastorizia o d'instābile agricultura, senza cittā, senza privato possesso, in clani, o communanze di famiglie, ripartite numericamente sulle terre, come un esčrcito sotto le insegne, col dčbito di conferire certe misure di grano e di birra e certo nųmero di montoni e di porci alla mensa del brenno, ossėa prėncipe.


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Notizie naturali e civili su la Lombardia
di Carlo Cattaneo
1844 pagine 107

   





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