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      - La prima onda di questa corrente si mosse dalla nostra patria, poco dopo il mille.
     
     
      XXI.
     
      In quel sècolo le città d'Italia tòrnano ad èssere stanza di pòpolo armato. L'uso delle armi ravviva il senso dell'onore, soffocato dall'oppressione bizantina e longobarda; l'onore gènera tutte le virtù; gli uòmini sèntono di poter còmpiere un pensiero; e hanno l'audacia di concepirlo; le menti aspìrano a tutto ciò ch'è bello e grande. Già Venezia colle ricchezze del suo commercio fonda San Marco; il milanese Anselmo Baggio, vèscovo di Lucca e poi pontèfice, edìfica in dieci anni quel duomo. Pisa più gloriosamente fonda il suo, colle spoglie degli Arabi che ha cacciati da Palermo. Tutto ciò avvenne una generazione prima delle Crociate, le quali non fùrono dunque la càusa del risurgimento europèo, come la turba dei ripetitori va tuttora scrivendo, ma ben piuttosto uno dei più pronti effetti, e il primo esercizio d'una forza che si espande. - Il principio vero del risurgimento fu nel legìtimo possesso della milizia popolare.
      Nel 1075 Urbano II adunò sui nostri confini il concilio di Piacenza, e al cospetto di duecento vèscovi e di quattromila sacerdoti fece giurare la crociata a trentamila guerrieri. La canzone del passaggio, il grido d'ultreja, risonò per le nostre città. - L'anno seguente egli raccolse in Arvernia il concilio di Clermonte. Già in quella prima crociata (1096) si vìdero le famiglie milanesi dei Selvàtici e dei Ro, e quella dei Rocj d'antico nome ricordato nelle làpidi romane; Ottone Visconti conquistò allora in Oriente lo scudo della serpe, che divenne la gloriosa insegna dello Stato.


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Notizie naturali e civili su la Lombardia
di Carlo Cattaneo
1844 pagine 107

   





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