Il nemico batteva le mura con ottanta cannoni; i cittadini battčvano le chiese ov'era alloggiato; ogni giorno egli scendeva dai colli a combŕttere; ogni giorno gli assediati uscěvano dalla cittŕ. Chiusi i tribunali e le officine, rifugiati nelle chiese i vecchi e gl'infanti, tutti i cittadini črano sulle mura; tutte le donne, sotto il comando di Brěgida Avogadro, črano tra il foco, a sollevare i feriti, a dar mano alle ňpere di difesa. Scaricate tutte le artiglierěe per nascňndersi col fumo, Piccinino sboccň dalle sue trincče, diede l'assalto da due parti; fra il rintocco di tutte le campane e le grida delle donne, cominciň all'alba un combattimento che arse fino a sera. Il nemico respinto battč le mura per altri dňdici giorni, poi le assaltň da tre parti; le artiglierěe dei cittadini, mirabilmente appuntate, fčcero strazio delle file nemiche lungo il piede della breccia; gli elmi infranti e sanguinosi črano sbalzati duecento passi lontano; infine la battaglia stretta sospese il foco; le donne versŕvano dalle mura olio bollente e pece infocata; si combattč fino a sera; poi tutto il dě seguente. Piccinino aveva perduto settemila soldati; l'esčrcito fremeva dell'inutile sua pertinacia; egli sciolse l'assedio, andň sul lago e sui monti; lasciň la cittŕ tra la peste e la fame. - I Včneti mandŕrono intanto su per l'Adige trenta navi; le trŕssero per terra dietro il monte Baldo; le lanciŕrono inaspettate su le acque del Benaco. I loro capitani, Taddčo d'Este, Sforza, e Gattamelata, s'inoltrŕrono nei monti da una parte, mentre il bresciano Avogadro e il conte di Lodrone tentŕvano il passo dall'altra; ma un convoglio di věveri scortato da mille cavalli venne intercetto; le navi včnete sul lago affondate o prese; Taddčo d'Este prigioniero.