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      - Già gli Sforza, per assicurarsi un soglio vacillante, avèvano restituite alcune esenzioni ecclesiàstiche, infrante dalla rìgida mano dei Visconti; e avevano aggravati di tasse i cittadini. Quando il re Luigi XII si trovò signore di Milano, volle conciliare le famiglie potenti, tenute in troppo stretta disciplina dai duchi. E per verità doveva regnare da paese lontano, e aver pure qualche stàbile fondamento di dominio; e capo d'un regno per eccellenza feudale, forse non sapeva in qual modo si regnasse altrimenti. Instituì dunque un Senato ch'era, al modo degli antichi parlamenti francesi, un tribunale supremo, con diritto di registrare le leggi, ossia di limitare i decreti del re, difesa lontana del principe contro l'importunità e l'arbitrio dei favoriti. Gli Spagnoli, trovata quella istituzione, la promòssero, la rassodàrono, la rèsero inamovìbile, la pòsero sopra tutte le leggi (etiam contra statuta et constitutiones), le commìsero il giudizio delle càuse feudali; e quindi il destino della nobiltà; - l'appello di tutte le cause civili e criminali e l'ùnica giurisdizione in tutte le càuse gravi; e quindi la sicurezza dei cittadini; - il riparto delle imposte; e quindi tutto l'òrdine delle sussistenze, dei salarj, del tornaconto, dell'industria nazionale; - il sindacato di tutta l'amministrazione; e quindi l'obedienza dei magistrati; - la direzione degli studj; e quindi l'intelligenza e l'opinione.
     
     
      XXXVIII.
     
      Il Senato invase in breve tutte le minori giurisdizioni. Permise ai trafficanti di deviare dal foro mercantile, e con ciò solo estirpò la fede pùblica, atterrò la potenza della cambiale e del contratto, tutto l'edificio del crèdito.


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Notizie naturali e civili su la Lombardia
di Carlo Cattaneo
1844 pagine 107

   





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